Copy
View this email in your browser

Il comunicato delle OO. SS. della Scuola dopo l’incontro con il prefetto di Roma

A margine del presidio unitario tenutosi il 14 gennaio 2021, a Roma, Piazza San Silvestro, che ha visto la partecipazione delle OO.SS rappresentative del comparto scuola, ma anche del Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Istituto di Roma e del Lazio e della Rete degli studenti, una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta del prefetto di Roma, dott. Mario Piantedosi.

Oggetto dell’incontro è stata la riapertura in presenza dell’attività didattica nelle scuole superiori, a partire dal prossimo 18 gennaio.

Le OO.SS e gli altri soggetti partecipanti al presidio hanno concordemente affermato la necessità di un ritorno della didattica in presenza, nella convinzione che l’attività didattica presupponga e implichi una componente relazionale tra docente e discente, nonché tra gli stessi discenti, che non è possibile riprodurre attraverso alcuno strumento tecnologico. 

L’apprendimento è il risultato di una procedura collettiva, fondata su interazioni umane tra i protagonisti del processo educativo, rispetto alle quali la tecnologia può svolgere un utile ruolo integrativo, ma giammai sostitutivo. 

E, tuttavia, se la ripresa dell’attività didattica in presenza è un valore in sé, da perseguire e realizzare quanto prima possibile, è anche vero che occorre evitare che il diritto all’istruzione venga a confliggere con il diritto alla salute e alla vita degli studenti e degli operatori scolastici, oltre che delle loro famiglie. 

È evidente, difatti, che la Scuola, dato quanto essa coinvolge in termini di mobilità e organizzazione complessiva, è il fatto sociale più idoneo a determinare quegli assembramenti che costituiscono il naturale “moltiplicatore” della diffusione del virus.

Le OOSS riconoscono il grande lavoro compiuto dai soggetti istituzionali e dalle aziende di trasporto per assicurare le migliori condizioni possibili per la ripresa, e, tuttavia, non possono sottrarsi alla considerazione che anni di disinvestimenti in strutture sociali (trasporti, sanità e scuola) non possono essere recuperati nel breve volgere di alcuni mesi, quando queste stesse strutture diventano contemporaneamente tutte necessarie. 

Le OOSS ritengono, altresì, che alcune delle soluzioni adottate (le due fasce orarie di ingresso), a fronte di un notevolissimo sacrificio organizzativo, ma soprattutto formativo (per la rinuncia alla formazione extra scolastica e alle attività scolastiche accessorie), non consentano, alla fine, l’erogazione in sicurezza del servizio. 

Meglio allora, a giudizio delle sigle sindacali, un’iniziale anche minore percentuale di popolazione scolastica in presenza (rispetto al minimo 50% previsto), ma con un turno unico di ingresso a scuola, al fine di non aumentare i livelli di complessità organizzativa e di minimizzare l’impatto della ripresa. 

Una ripresa a percentuali crescenti (25, 50, 75 e 100%), accompagnando ciascuna fase con un monitoraggio dell’impatto determinato, sarebbe stata sicuramente più opportuna, soprattutto al fine di evitare il rischio, questo sì immensamente dannoso, di dover essere costretti a tornare alla sola DAD nel giro di qualche settimana. 

Assolutamente da escludere, invece, l’ipotesi, che pure risulta essere praticata in qualche scuola, della suddivisione delle singole classi in due gruppi, di cui uno a distanza e l’altro in presenza, per l’evidente inefficacia sul piano didattico.

Manca ancora, a giudizio delle OOSS, una politica sanitaria, basata sulla presenza di presidi medici nelle scuole, sul tracciamento dei casi e sulla la somministrazione dei tamponi mediante unità mobili, più utili, per la fruibilità immediata, dei drive-in dedicati, che, pure, costituiscono un positivo segnale di una maggiore attenzione al servizio scolastico.

Il confronto con il prefetto si è svolto in un clima di grande disponibilità reciproca tra le parti, come, occorre dire, quello che le sigle sindacali, pur nella differenza di opinioni, hanno avuto e continuano ad avere con l’USR Lazio ed i rappresentanti degli Assessorati regionali maggiormente coinvolti.

Lunedì 18 riprenderà l’attività didattica in presenza, con un notevole sforzo organizzativo per effettuare una riapertura “sorvegliata”nei punti di accesso più significativi alla linea metropolitana di Roma, nonché a causa dell’attivazione di un cospicuo numero di corse aggiuntive, reperite sul mercato privato. 

Le OOSS hanno chiesto l’istituzione di canali di comunicazione privilegiati tra le Scuole della Regione e le Agenzie e gli enti che curano i trasporti. Occorre potenziare nella massima misura possibile i canali comunicativi, per agevolare la diffusione delle informazioni, al fine di una ripresa prudente e graduale, che non funga da detonatore rispetto alla possibile ulteriore diffusione del virus. 

Roma, 15 gennaio 2021

Scarica il comunicato

Scuola: chiediamo un governo nazionale degli interventi. Basta autonomia differenziata

Roma, 15 gennaio 2021 - Nelle scorse settimane abbiamo denunciato con forza come il caos delle aperture e delle chiusure delle scuole a seconda delle decisioni dei singoli presidenti delle Regioni sommato all’incapacità di coordinamento del governo, stia conducendo verso concrete forme di autonomia differenziata, che la FLC CGIL considera il pericolo più grave per il sistema nazionale di istruzione e, di conseguenza, per l’unità del nostro Paese.

La confusione si sta trasferendo, inevitabilmente, anche nelle aule di tribunale. Il TAR Lombardia e il TAR Emilia con specifici provvedimenti cautelari, hanno annullato le ordinanze di sospensione delle attività didattiche adottate dalle rispettive Regioni. Il TAR Sicilia e il Tar Puglia invece, hanno respinto i ricorsi contro analoghi provvedimenti delle Regioni. Nei tribunali si inizia a verificare se i provvedimenti delle Regioni siano coerenti con il perimetro delle competenze definite dalla nostra Costituzione.

La misura è colma. Il rinvio dell’apertura delle attività didattiche era e deve essere del governo nella sua collegialità senza delegare più nulla alle Regioni a causa dell’incapacità del governo stesso di decidere. Per questo chiediamo a governo e Parlamento di cancellare da subito i poteri inopinatamente attribuiti alle Regioni anche sulla scuola, dal decreto legge 33/20.

La FLC CGIL, nel proprio ruolo di garante delle migliori condizioni di esercizio del diritto allo studio e alla salute, continuerà a collaborare per la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza, ma in mancanza di risposte credibili e in tempi brevi, metterà in campo tutte le iniziative di mobilitazione consentite dalla situazione che stiamo vivendo.

 

Le priorità della Ministra Azzolina nell’Atto di indirizzo per l’anno 2021

I punti salienti delle scelte ministeriali per l’istruzione. Per la FLC CGIL, indicazioni generiche e riproposizione della retorica meritocratica in una logica divisiva della categoria.


Pubblicato il 12 gennaio 2021 l’Atto di indirizzo firmato dalla Ministra Lucia Azzolina con le dieci priorità politiche del Ministero dell’Istruzione per l’anno 2021.

Il nostro commento analitico

Il documento si apre con la considerazione che nella lunga fase dell’emergenza sanitaria è aumentata la consapevolezza della centralità e della funzione strategica del sistema scolastico per la vita e il futuro del Paese. Alla luce di ciò, l’Atto di Indirizzo sostiene l’adeguatezza dell’impegno e dei finanziamenti per consentire alla Scuola di continuare a svolgere il suo ruolo e afferma la necessità che a questo settore siano destinate congrue risorse all’interno del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR). Di seguito nella “Definizione di un piano di rilancio del sistema nazionale di istruzione e formazione” viene indicata la priorità al potenziamento delle infrastrutture.

L’apertura descrive la scuola come oggetto di importanti investimenti già realizzati e con un riposizionamento strategico della propria funzione di servizio pubblico. Sarebbe quanto auspicato da tutta la comunità educante, ma ci troviamo in realtà di fronte ad uno dei più difficili momenti che la scuola del nostro Paese abbia attraversato, con un evidente malcontento di studenti, genitori, docenti, dirigenti, personale ATA, precari e non. L’impegno che il MI dichiara di aver profuso e le risorse messe in campo non hanno di fatto consentito di assicurare la tenuta del sistema nazionale di istruzione che si trova disgregato e frammentato in relazione alle diverse condizioni territoriali. L’investimento sulle infrastrutture e sul cablaggio delle reti e dei territori sui quali sono attive le scuole è un obiettivo molto importante. Ma non è sufficiente, perché bisogna intervenire anche sull’edilizia scolastica non solo in termini di sicurezza, ma anche di fruibilità.

Come FLC CGIL abbiamo denunciato e confermiamo l’insufficienza degli investimenti dal punto di vista quantitativo e qualitativo e auspichiamo un vero cambio di passo per il rilancio del sistema di Istruzione, a partire dalle priorità da noi indicate:

  • Estensione dell’obbligo scolastico;
  • Aumento del tempo scuola in tutti gli ordini e generalizzazione dei modelli organizzativi più inclusivi ed efficaci;
  • Miglioramento delle strutture e delle infrastrutture;
  • Implementazione, stabilizzazione, qualificazione degli organici
  • Retribuzioni a livello europeo.

Inoltre, abbiamo già richiamato nella nostra idea di scuola l’importanza di prendere in considerazione la funzionalità delle nostre strutture scolastiche in relazione alla nuova didattica, alla concezione di scuola e di insegnamento.

In allegato la scheda analitica con il commento delle dieci priorità politiche indicate dal Ministero dell’istruzione per l’anno 2021 e per il triennio 2021/2023.

Scuola, Sinopoli: l'Atto di indirizzo della ministra Azzolina è tardivo, inutile e divisivo

Twitter
Facebook
Website
Copyright © 2021 FLC CGIL ROMA COL, All rights reserved.


Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list.

Email Marketing Powered by Mailchimp